venerdì 2 ottobre 2015

102 CHILI SULL'ANIMA



Ho letto il libro "102 chili sull'anima"  di Francesca Sanzo. 
E' un libro autobiografico, quasi un diario, del percorso di calo di peso 
e di cambiamento di stile di vita dell'autrice. 
Vi ho trovato tantissime frasi, tantissime descrizioni di stati emotivi, 
situazioni, comportamenti che mi hanno risuonato dentro.
Forse l'unico appunto che posso fare al libro di Francesca è che sono mostrati con molta più enfasi i lati positivi e i messaggi di speranza e incoraggiamento al calo di peso e al cambiamento di stile di vita del percorso, che le difficoltà, i momenti bui, i pianti, i giorni in cui vorresti mollare tutto... d'altro canto, probabilmente, è proprio questo ritorno di energia positiva, questa iniezione di fiducia in se stesse e nella propria autodeterminazione che mi è piaciuto e che mi ha fatta apprezzare questo libro !  Lo consiglio assolutamente come libro "di confronto" da lavorare, sottolineare, riflettere !!!



mercoledì 16 settembre 2015

RECENSIONE: Il Segreto della Monaca di Monza di Marina Marazza



IL SEGRETO DELLA MONACA DI MONZA di MARINA MARAZZA
TRAMA:

l romanzo inizia nell’estate del 1597. Siamo di fronte ad una giovane suora, Virginia Maria, della quale si percepisce subito un’inquietudine. Tramite flashback e racconti, scopriamo che è diventata suora su volere del padre, don Martìn, il quale aveva bisogno della sua dote per sposare una nobildonna Anna.
Marianna de Leyva, all’epoca bambina, orfana di madre morta per peste, non può fare altro che subire la decisione del padre e prende i voti alla soglia dei suoi sedici anni, divenendo così Suor Virginia Maria presso il Convento di clausura di Santa Margherita di Monza.


"La maggior parte delle fanciulle prima o poi se ne andava:
il parentado veniva a prenderle in carrozza e le portava via al galoppo, verso una nuova vita.
Si sarebbero sposate, avrebbero avuto un marito, dei figli, una casa, forse perfino un amore.
In ogni caso, il loro orizzonte non sarebbe stato limitato dal muro di cinta di un piccolo monastero.”
L’inquietudine che Virginia si porta dentro è la scintilla che la convince a incontrare Paolo Osio, cavaliere la cui casa confina con il giardino del Monastero e che per caso un giorno incontra. Da quell’incontro l’uomo inizia a corteggiarla, inviandole lettere e regali, fino a che la donna decide di incontrarlo. La passione tra i due viene vissuta notte dopo notte, con incontri segreti, grazie alla complicità di alcune consorelle amiche di Virginia.
Questa passione diventa spesso amore, amore che sconfigge gli anni che passano e le mura di quel convento. I due riescono a custodire questo segreto grazie alla potenza di Virginia e alle sue alleanze all’interno del Monastero. Ma arriva il momento in cui queste alleanze vengono meno e quando il segreto inizia ad uscire dalle mure e a circolare bocca dopo bocca, Virginia e Paolo, insieme alle amiche della donna e ai bravi del cavaliere, sono pronti a tutto pur di impedire uno scandalo. Anche a versare sangue innocente.

COSA NE PENSO IO:
Che questo romanzo è ECCELLENTE : Voto 8 e 1/2
Il ritratto di Virginia viene portato avanti nella trama in modo armonioso, rendendola una donna molto attuale anche se la storia si svolge nel 
XVII secolo. 
La trama è condotta in modo magistrale, si dipana seguendo il filo storico e rimane plausibile e ben orchestrata anche dove sono stati inventati fatti o riempiti buchi narrativi.
La scrittura è fluida, scorrevole, piacevolmente moderna pur mantenendo il tono evocativo delle storie antiche.
L'unica "pecca" è che Paolo Osio non è diventato nel mio immaginario un "principe azzurro" ! Ho partecipato con passione all'amore di Virginia per lui, ma col cuore rivolto a lei e non a lui ! Questo un po' mi delude...la spietatezza di Paolo, il suo disincanto, le sue infedeltà di poco conto e la sua passione imperitura per Virginia durata fino alla fine della sua vita me l'hanno, comunque, alla fine, fatto piacere !

giovedì 10 settembre 2015

DOPO UN ANNO ESATTO CHE NON SCRIVEVO...


RICONOSCIMENTI

Che bello essere riconosciuti ! Quando vai in un posto in cui pensi di essere solo "una delle tante" e invece scopri che chi è lì ti riconosce, ti chiama col tuo nome e cognome ! Tutto cambia. Invece che sentirti "una delle tante" ti senti "parte di un tutto". Ti riconosci un ruolo ben definito, in quel tutto e lo riconosci anche a te stessa. Ti attribuisci quel ruolo, in quel contesto. Timidamente, ti eri già detta: "lo sono", ma mai e poi mai ti saresti presentata "al mondo" con quel titolo. Il "mito della modestia" è ancora radicato dentro di te e ti fa temere di essere vanitosa, ti tiene ancorata e ti fa tenere un profilo basso con le altre persone, per paura di risultare pretenziosa. Poi però accade che il riconoscimento arrivi diretto, semplice, senza fronzoli, come se fosse così scontato, così naturale che tu lo sappia, che ribadirlo è davvero superfluo. In più viene da parte di chi ha le capacità culturali e professionali per riconoscerti questo merito. Chi ha contribuito con il suo lavoro, a formarti, ad appassionarti e a renderti virtuosa della "materia". E' in questi momenti che ripensi a quanto da piccola -ma anche da grande! - hai desiderato l'approvazione e il riconoscimento da parte di chi ti era più vicino. Un riconoscimento che invece non è arrivato. Non è stato capito il tuo desiderio di riceverlo, o invece non è stato valutato "così importante da essere lodato" ciò che hai fatto. Tu volevi che fosse lì e ti dicesse "brava" Invece, nella migliore delle ipotesi, hai ricevuto un tiepido interesse, una minimizzazione, o addirittura "un cambio di argomento". Questo ti ha ferita, tanto, nel profondo. Ha creato una voragine di insicurezza e ha nutrito - oh quanto l'ha nutrita! - in te, la convinzione di valere poco, di non meritare lodi per quello che hai portato avanti, con passione e tenacia e poi di non meritarle in assoluto, mai, le lodi. Non mi dilungherò sul concetto di "assoluto", non è questo il post per farlo, devierebbe dall'argomento principale. Fatto sta, che alla età di 41 anni, finalmente, quel senso di incapacità, di inadeguatezza, quella dipendenza dal riconoscimento altrui, quell'atteggiamento prestazionale in ogni cosa che fai e che vivi, si è un po' allentato. Essere riconosciuta, sapere che di fatto sono capace di fare, ha iniziato a disinnescare il meccanismo subdolo della dipendenza dall'approvazione altrui. Non posso dire di non desiderarli più quella approvazione e quel riconoscimento da parte di chi è importante per me. Probabilmente quella me là, la me di allora, lo continuerà a desiderarli sempre, con intensità immutata. Ma io sono la me di oggi ! Quella che il riconoscimento l'ha avuto e che si è convinta di meritarselo a tutti gli effetti, di esserlo. Ora, al posto della voragine ci sono dei punti di sutura, l'insicurezza sta cambiando in sicurezza. Una persona molto speciale - e TU che mi leggi sai che mi riferisco a TE - mi disse che dovevo "riconoscere e proteggere l'altra me, quella me là". Negarla, o meglio, annegarla (nel cibo ndr), non avrebbe portato a un cambiamento positivo della me attuale. RICONOSCERE (torna sempre fuori questa parola!) e TUTELARE "la piccola", fa sì che "la grande" modifichi i suoi atteggiamenti verso la vita , ne tragga -faticosamente- nuovi insegnamenti e si crei una nuova base di esperienza che piano piano affiancherà la vecchia e la sostituirà -speriamo- facendomi vivere meglio. 

Dal Vangelo secondo Hastral -Andate in pace- Amen.

martedì 9 settembre 2014

UN ATTIMO DI PURA FELICITA'

Purtroppo sono rari gli attimi di felicità.
Mano a mano che si cresce, si fanno esperienze,
diventano sempre più brevi, meno frequenti 
e fuggevoli.
O almeno a me in questo momento sembra così !
Però quest'estate in ferie all'Isola d'Elba, mentre facevo il 
bagno in mare con il mio amore ed eravamo 
in mezzo ai cavalloni...mi è capitato di sentirmi
estremamente felice !!!
Di ridere, completamente ebbra di gioia.
L'ho riconosciuta quella felicità,
anche se è durata solo un attimo.
Mi ha riempita di luce, energia...
e non è un caso che sia accaduto tra
le onde del mare, assieme all'uomo che amo,
mentre eravamo in ferie rilassati, con la
mente sgombra da pensieri, problemi ecc

Tutto ciò mi fa riflettere e pensare che non 
dovrebbe essere cosi la mia vita.
Non dovrebbero essere rari questi momenti.
Forse sto sbagliando qualcosa in ciò che
faccio e nel ritmo a cui lo faccio.
Continuerò a pensarci, intanto volevo
fissare con un immagine quell'attimo
per me, per rivivere un po' di quella felicità
quando rileggerò questo post.
Revoir ma chère
Hastral



mercoledì 20 agosto 2014

ATLETI DEL NOSTRO DIMAGRIMENTO


Sto leggendo il libro di Federica Pellegrini, il brano del libro che ho trascritto qui sotto,  mi ha colpita come un pugno allo stomaco perché in poche parole ha riassunto tantissimi concetti del mio percorso. Come potete vedere ho aggiunto in blu alcune frasi perché effettivamente i concetti espressi da Federica riguardo al nuoto ed all'allenamento per il raggiungimento di obbiettivi, si prestano molto bene anche per il percorso per il calo di peso e la modifica dello stile di vita.
L'ho trascritto perché mi rimanga, perché in certi momenti down leggere questi concetti mi fa bene e mi aiuta. E anche per condividerlo con chi vorrà leggerlo perché magari anche in altri campi, può essergli utile. 
Un bacio H.

Nello sport, come nella vita, non si dovrebbe mai iniziare un percorso
senza essersi prima chiesti il perchè, ma soprattutto senza esseresi posti un obbiettivo.
Per raggiungere l'obbiettivo principale, che possiamo definire "a lungo termine", 
è necessario determinare delle tappe di passaggio, ovvero degli "obbiettivi a breve termine". 
Ognuno di essi è strettamente connesso agli altri, in quanto il raggiungimento ed il superamento degli obbiettivi a breve termine permette di rassicurarci e proseguire il nostro viaggio più sereni e fiduciosi che la strada intrapresa sia quella giusta verso il traguardo che ci siamo prefissi.
Nell'intraprendere questo percorso è fondamentale essere seguiti da una figura di riferimento, l'allenatore, che ci aiuti a determinare con maggiore oggettività le tappe intermedie.  Spesso tendiamo a richiedere a noi stessi obbiettivi difficilmente raggiungibili allo stato attualesaltando dei passaggi necessari, semplicemente 
perché ci piace sognare. L'allenatore, facendo leva anche sulla capacità di vedere le cose da una prospettiva più "oggettiva", deve essere bravo ad indirizzare i nostri passi, dando giusta scansione cronologica agli obbiettivi intermedi. 
Se l'obbiettivo è un risultato esso si ottiene attraverso una prestazione
non si può arrivare all'ottenimento di una prestazione, concentrandosi esclusivamente su obbiettivi cronometrici - o sul numero di kg persi sulla bilancia -.
Il tempo lo si raggiunge determinando traguardi più specifici, come possono essere quelli di natura tecnica (nuotata, potenza, virate) e soprattutto focalizzandosi sugli elementi della nostra performance, su cui possiamo avere un controllo controllo del peso, diario alimentare, attività fisica, equilibrio alimentare -.
Alzare troppo l'asticella nella ricerca di obbiettivi difficilmente raggiungibili in breve tempo, cercando di salire ogni piano con un solo balzo, piuttosto che step by step, porta quasi inevitabilmente al fallimento, che si trasforma in perdita di fiducia da parte dell'atleta nei propri mezzi e nel proprio allenatore.
In una parola...una catastrofe. Bisogna essere coscienti e consapevoli della propria situazione di partenza e di quello di cui abbiamo bisogno per garantire la nostra ascesa. 
E' importante poi che l'allenatore calibri attentamente i nostri obbiettivi, che devono essere di stimolo per l'atleta, cose impensabili se si tratta di mete difficilmente raggiungibili. Per me gli obbiettivi sono stati sempre un punto di arrivo di ogni stagione agonistica, alla fine della quale tirare una riga e trarre le conclusioni su tutto. Fa male quando non sono riuscita a raggiungerli. Il piacere vero, quello assoluto, è quando invece non solo li raggiungi,ma addirittura vai oltre le tue aspettative.
In questi casi sembra di camminare in paradiso: tutti i sacrifici fatti, assumono un sapore completamente diverso, anche perchè io non sono una persona che ci va leggera...O è bianco o è nero, o tutto o niente. non sono mai stata una tipa da sfumature! 
[Federica Pellegrini- Il mio stile libero]

lunedì 17 febbraio 2014

WEDNESDAY

Partecipo con piacere all'iniziativa 
"WEDNESDAY"
(che cercherò di replicare una volta al mense) 
dell'amica Glinda Izabel del blog Atelier dei Libri.
In cosa consiste ? 
Semplicemente nel rispondere a queste tre domande:

 What are you currently reading? (Cosa stai leggendo?)

What did you recently finish reading? (Qual è il libro che hai appena finito?)

What do you think you’ll read next? (Quale sarà la tua prossima lettura?) 

Ecco le mie risposte:

Cosa sto leggendo?


Sto leggendo da qualche giorno 

"Reinventa la tua vita". di Janet S. Klosko, Jeffrey Young.
  E' un manuale di autoaiuto di psicoterapia/psicologia/prichiatria
molto interessante che prevede una serie di esercizi ed interazioni
per riuscire a  modificare me stessa e liberarmi
 dalle "trappole" che mi impediscono di cambiare alcune 
situazioni problematiche della mia vita

Qual è il libro che hai appena finito?


Ho appena finito il terzo libro "Il canto della rivolta" 
della splendida trilogia di
 "Hunger Games" di Suzanne Collins.
Devo dire che quest'ultimo libro è 
quello che mi è piaciuto di meno
per l'atmosfera lugubre e di disagio 
che permea tutto il romanzo.
Però un certo epilogo della vicenda
tra tanta tristezza e perdite,
me lo ha fatto comunque
piacere molto.

Quale sarà la tua prossima lettura?


con molta probabilità se oggi in
pausa pranzo riesco ad andare 
in libreria, sarà questo il mio 
compagno della settimana:
"Silver" di Kerstin Gier
l'autrice della trilogia delle
gemme "Red, Blue e Green"
che mi è piaciuta tantissimo
e che torna con questo primo libro
della nuova trilogia chiamata
"dei sogni"

giovedì 23 gennaio 2014

FILM: TI PRESENTO UN AMICO

TI PRESENTO UN AMICO
TRAMA:
Marco è un giovane manager italiano che lavora a Londra. 
Convive con una ragazza italiana che lavora anche lei nella capitale inglese. 
La vita dei manager è dura. 
Siamo in pieno tempo di crisi e la sicurezza del posto di lavoro vacilla. 
E infatti la compagna di Marco viene licenziata. 
Travolta dalla paura del futuro, la ragazza decide di tornare in Italia
 dove si è risentita con il suo ex, un giovanotto ricco che le garantisce tranquillità. Inoltre, anche nel lavoro, sembra che la situazione di Marco stia per precipitare: 
gli comunicano che il Grande Capo di Milano vuole vederlo urgentemente per importanti comunicazioni. 
Per sua fortuna, però, il suo presentimento si rivela errato: 
il Grande Capo invece di licenziarlo lo promuove. 
Ma dietro alla promozione di Marco c’è una dolorosa trappola. 
Sì, lui sarà il nuovo Capo, ma con un compito che nessuno vorrebbe mai dover svolgere: lo hanno promosso perché dovrà licenziare i rami secchi dell'azienda.

COSA NE PENSO IO:
Una commedia romantica semplice ma carina.
Raul Bova mi piace sempre tanto in questi 
ruoli perchè appare spontaneo, timido
il tipico bravo ragazzo insomma.
Come ho detto la trama è semplice,
ironica, senza grossi colpi di scena,
ma il film si lascia guardare e scorre
agevolmente. Fa trascorrere una 
piacevolissima ora e mezza e 
al temine ti aleggia un sorriso
appena accennato sulle labbra.