lunedì 10 agosto 2020

 DUE SIRENE IN UN BICCHIERE 

di Federica Brunini

Bello, bello, bello! Adatto all'estate, leggero ma non superficiale! Onirico e ispirante! Scorre via fluido nella trama, con l’uso di un bel linguaggio, suggestivo ed evocativo. Lo si può leggere in poche ore, ma io ho preferito gustarmelo lentamente, come gli spunti meditativi che contiene! Se posso trovare “un pelo nell'uovo” avrei voluto una maggiore caratterizzazione dei personaggi, che comunque emergono distinti e con una propria voce. Che dire? Un romanzo accogliente, pieno di saggezza, da leggere!

Trama del libro

Due sirene in un bicchiere è la storia di cinque anime perdute, che non sanno che cosa fare della loro esistenza se non martoriarla con inutili dubbi e tragedie del cuore. Per questo Eva, Jonas, Olivia, Lisa e Lara, che non si conoscono, decidono di passare un periodo al Bed and breakfast delle Sirene stanche, luogo isolato ed insolito a cui si può accedere solo scrivendo una lettera alle due proprietarie, che contega la necessità o la voglia di accedere in questa piccola locanda affacciata sul mare Mediterraneo, e aspettare la risposta che arriverà in una piccola busta blu. Quando i cinque arrivano, la sola cosa che possono fare è innamorarsi del luogo, fatto di casette azzurre e bianche, del tutto privo di tecnologia e dove l’unica cosa da fare è imparare a guardarsi dentro. Ma chi sono davvero Tamara, la proprietaria di mezza età, artista che ama il mare e la solitudine, e Dana, trentenne perennemente ottimista che venera biologico, yoga e frullati di frutta e verdura? E i cinque ospiti sono davvero chi dichiarano di essere oppure riescono a mentire persino a loro stessi? In una notte di mare grosso e in tempesta, il destino si rivelerà, svelando tutto ciò che, a lungo, è stato celato.



mercoledì 22 gennaio 2020

LE VALIGIE DI AUSCHWITZ
di Daniela Palumbo

Un libro per ragazzi che contiene alcuni racconti ispirati dalla visita al campo di concentramento di Auschwitz e in particolare dalla vista della teca contenente le valigie dei deportati. Per fare in modo che “restassero ragionevolmente calmi” e non tentassero di fuggire, ai reclutati per i campi di concentramento veniva detto di portare una valigia con gli oggetti personali e i vestiti, come se si trattasse di un viaggio che presupponeva anche un ritorno a casa... Daniela Palumbo non si smentisce con la sua scrittura incisiva racconta con delicatezza storie struggenti e senza lieto fine di chi della guerra ha fatto le spese, di chi a casa non è tornato piú, di chi da un momento all'altro si è visto sconvolgere la vita, privare di ogni diritto... ed è rimasto incredulo, senza riuscire a reagire, avendo fiducia nelle istituzioni e dicendosi che una cosa cosí, soprusi simili, non sarebbero potuti durare per molto... Leggetelo e fatelo leggere ai vostri ragazzi in modo che tutti riflettiamo su come da un momento all'altro tutte le nostre certezze possono svanire e ci si ritrova a dover lottare per sopravvivere!