sabato 13 febbraio 2016

ALMENO IL CANE E' UN TIPO A POSTO di Lorenza Ghinelli

ALMENO IL CANE E' UN TIPO A POSTO
di Lorenza Ghinelli
La trama

Massimo è un ragazzino come tanti che, quando Vito, un bullo pluriripetente, gli appioppa il nomignolo fastidioso e ingrato di Minimo, improvvisamente e suo malgrado, si ritrova a vestire i panni dello “sfigato” ed essere lo zimbello della scuola. Per fortuna la scuola sta finendo e Massimo ed i suoi amici hanno tutta l’estate per trovare una strategia che gli permetta di riprendere la tranquillità e vivere in pace un altro anno scolastico. E sarà in questo loro progettare che scopriranno una grande debolezza di Vito: ben nascosto sotto le felpe, il bulletto custodisce il segreto infelice di vivere con un padre violento ed alcolizzato. Cosa faranno adesso Massimo ed i suoi amici, una volta scoperto questo triste segreto?

Cosa ne penso io
E' il primo libro che leggo di Lorenza Ghinelli e devo dire che mi è piaciuto moltissimo. A partire dal linguaggio fluido, avvolgente, come un tè caldo delle giornate d’inverno che dipinge i personaggi con brevi e sapienti pennellate rendendone perfettamente caratteri e psicologie. Almeno il cane è un tipo a posto è un romanzo corale che parla di bullismo, alcoolismo, divorzi, famiglie disgregate, violenza domestica, bulimia ma Lorenza Ghinelli ha trovato la chiave giusta per farlo senza superficialità, usando l’arma dell’ironia. calandosi sapientemente nelle teste di un gruppo di adolescenti mostra i loro problemi per quel che sono: da un lato incredibilmente immensi anche quando non lo sono, dall’altro risolvibili anche quando sono molto più complessi di quello che sembrano. Personaggi ed emozioni, emergono uno dopo l’altro, filtrati dagli occhi di Margò, che con il suo sguardo di bambina regala al lettore la dissacrazione pura del mondo, tipica dell'infanzia. vengono quindi sviscerati temi importanti come il bullismo,l’accettazione del proprio corpo, nel dramma dei disordini alimentari in una società che ti costringe ad essere in un certo modo, ad obbedire a canoni esistenziali. E, ancora, il principio di autodeterminazione quello di libertà individuale, incarnato nel libro dal personaggio di Celeste, che nell'impeto dell'adolescenza si ribella e non ubbidisce agli stereotipi di genere, vestendosi “come un maschiaccio”. Celeste che cerca di rivendicare il diritto di essere se stessa contro una femminilità vissuta, molto spesso, come addobbo e non come condizione naturale. Lorenza Ghinelli nel suo libro parla anche di “gender”, di coppie omosessuali regalandoci il ritratto dolce e realistico della quotidianità di una coppia di donne, felicemente innamorate, che vanno a incastonarsi come gemme nell'insieme di voci e vite del condominio di cui ci narra tutte le storie.
Questo libro è un inno a essere e a vivere come si vuole, con chi si vuole nel rispetto altrui e nel tentativo di trovare la felicità. Esistono le persone. Punto. Con la loro libertà. 
Ne consiglio vivamente la lettura.

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